Di seguito trovate una breve raccolta di poesie inedite. Mi piacerebbe che le leggeste su carta, ma tanto lo so che non vi darete tanto impegno da stamparle, quindi fate come vi pare.
SCRITTE COL COLTELLO
SULLA
PELLE DI UNA PESCA
Nicolò
Gianelli
A.
M.
Seven
o'clock a.m. - a emme
come
l'inizio, le iniziali del tuo nome
come
la fine, la fine del sonno
la
fine dei sogni e delle stelle
l'inizio
delle paure che sono già sveglie
perché
suona l'allarme e sono le sette
ma
la tua pelle ma la tua pelle.
E
l'incubo si prende il giorno
come
un'ombra sotto le coperte
a
ricordarmi che c'è la vita e c'è la morte
che
riaffiora e spinge, un rigurgito di niente
com'era
lieve il niente questa notte
com'è
fetido nella bocca del sole che risplende
ma
la tua pelle ma la tua pelle.
Vorrei
inghiottire queste parole
questo
traffico e le folle
che
percuotono la strada e le mie orecchie
soffocare
col cuscino il fiato della luce
e
divorare il suo corpo, la sua carne
fino
a gridare come un pazzo ribelle
strappando
con i denti la vita che scorre
ma
la tua pelle ma la tua pelle
che
sapore la tua pelle.
ARTAUD
Sono
al solito tavolino del solito locale
ti
osservo leggere da dietro il bicchiere
è
sempre quel vino, lo stesso scrittore
Antonin
Artaud e il bianco frizzante
le
solite note di un rock anni ottanta
le
solite facce ci passano accanto
ma
ucciderai il tempo, il tempo che scorre
ucciderai
il giorno dopo la notte
ucciderai
il vento che erode le rocce
ci
è riuscita soltanto soltanto la morte
Tra
le tue gambe, tra le tue cosce
il
sesso dovunque, violento, feroce
continuare
a farlo così tante volte
da
perdere il senso dei minuti e le ore
cristallizzati
in un abbraccio eterno
tradendo
la vita e la menzogna del tempo
uccidimi
il tempo, il tempo che scorre
tradendo
la vita insieme alla morte.
STAGNOLA
Guardo
la mappa delle tue lacrime
un
nero cammino su strade argentate
e seguo col dito il sentiero del sale
che corre tra il ghiaccio, la nebbia e la neve
ma il sentiero si perde in un grumo di tenebre
la lacrima è ferma, rimane immobile
ho in mano la mappa delle tue lacrime
fosse la guancia potrei almeno baciarle.
e seguo col dito il sentiero del sale
che corre tra il ghiaccio, la nebbia e la neve
ma il sentiero si perde in un grumo di tenebre
la lacrima è ferma, rimane immobile
ho in mano la mappa delle tue lacrime
fosse la guancia potrei almeno baciarle.
PROTETTO
Il
nulla si attacca sul vetro
e cristallizza in un soffio
come un vapore denso
il nulla si attacca sul vetro
soffiato dal mio polmone nero
a nascondere il mondo là dietro
il nulla si attacca sul vetro
e tutto quello che vedo
tutto quello che vedo
è la notte la splendida notte
che morde il mondo là dietro
che strappa il cielo
che lacera il vento
mi sento protetto
mi sento protetto
il respiro sul vetro.
e cristallizza in un soffio
come un vapore denso
il nulla si attacca sul vetro
soffiato dal mio polmone nero
a nascondere il mondo là dietro
il nulla si attacca sul vetro
e tutto quello che vedo
tutto quello che vedo
è la notte la splendida notte
che morde il mondo là dietro
che strappa il cielo
che lacera il vento
mi sento protetto
mi sento protetto
il respiro sul vetro.
Il
nulla diventa muffa
che
si incrosta al mio letto
un
nulla denso e grumoso
sputato
dal pavimento
è
una nebbia di silenzio
è
una notte bianca e tenue
il
respiro sul vetro
il
respiro sul vetro
a
cercare il tuo volto
che
morde ciò che ho dentro
che
strappa il pavimento
e
lacera il mio letto
mi
sento protetto
mi
sento protetto
il
tuo volto nello specchio.
POLIPI
Polipi
finti e balene dipinte
danzano un metro sopra il mio letto.
Colori ad olio sul mare di vetro
soltanto un metro sopra il mio letto.
danzano un metro sopra il mio letto.
Colori ad olio sul mare di vetro
soltanto un metro sopra il mio letto.
Ma
tu non mi hai visto, qua sotto è l'abisso,
non filtra la luce non filtra la luce.
non filtra la luce non filtra la luce.
La
sagoma nera della tua schiena:
c'è
una sirena sopra il mio letto.
Si
squaglia il colore colandomi in volto
rimane
il tuo corpo ed io a fare il morto
Ma
tu non mi hai visto, qua sotto è l'abisso
non
filtra la luce non filtra la luce.
Le
creature marine si sciolgono al sole
rimane
il tuo mare sopra il mio letto
accarezzo
le onde, la superficie
affondano
i mostri dentro il mio letto
e
adesso ti ho vista, là sotto è l'abisso,
la
luce mi acceca il tuo volto mi cerca.
LONTANO
Non
sono bicchieri di vino
ma
frammenti di vetro nella mia mano
e
non e' piu' nicotina
il
vuoto tra le dita che va in fumo
ora
che il fuoco brucia invano
mentre
osservo l'accendino.
Tra
le labbra non c'e' la solita sigaretta
ma
questo nuovo vizio: cercare la tua bocca.
SOSPESO
Sono
solo in casa di Emmanuelle
ma
Emmanuelle è da qualche altra parte
sono
solo in casa con Lou Reed
e
anche lui chissà dov'è andato
ma
di certo non è lontano
non
è lontano quanto te.
Ho
fogli di carta e tabacco
per
sopravvivere due giorni ancora
e
non mangio da almeno tre
ma
mangiare non e' importante
non
è importante quanto te.
Ho
vomitato vino rosso ieri sera
nella
gola di un water
di
chissà quale casa
ricordo
vinili e una ragazza che mi parlava
in
una lingua, questa lingua straniera
lasciandomi
sospeso ad ogni parola
sospeso
a mezz'aria come ora
in
casa di Emanuelle
aspettando
di ricadere sulla terra
e
rotolarmici con te.
C'E'
SEMPRE TROPPO MONDO INTORNO A TE
C'è
sempre troppo mondo intorno a te
e
lo sento abbaiare come un cane nella notte,
diventare
temporale e bussare alla mia porta
per
dirmi che c'è il mondo – c'è il mondo un'altra volta.
C'è
sempre troppo mondo intorno a te
e
ha sempre quella faccia della gente sconosciuta
e
mi urta con la spalla, con il corpo della folla
per
dirmi che c'è il mondo – c'è il mondo un'altra volta.
C'è
sempre troppo mondo intorno a te
veloce
come il sangue che scappa via dal cuore
o
come il mio pensiero che precipita alla morte
per
dirmi che c'è il mondo – c'è il mondo un'altra volta.
NEL
FONDO
E
là sulla tua nave, il decorso in cuore ricorderai,
angelici
volti e di pallide morti i visi,
patemi,
passioni, pianti eloquenti e taciti dolori.
Non
vi sarà lacrima a calcarti i contorni
che
ricolma non sia di ciò che fosti,
patiranno
i tuoi occhi, dal peso del tempo soppressi.
La
vita che ti dormiva lungo le vene
prenderà
il volo in veli di vetro soffiato
lungo
l'abisso che scende alle gote, alle labbra, al palato.
Quella
luce: la tua mamma, è la che brilla tua sorella,
ti
allontanerai dalle stelle, che sempre pensasti
vapor
luminoso sul freddo tuo cielo avrebbero effuso.
Chinerai
il capo guardando il mare, calmo fermo immobile,
cercando
nella notte di arrivare al fondo
dove
abbiamo nascosto tutti i tesori del mondo.
LE
NOTTI AL CONTRARIO
Le
notti al contrario
partono
all'alba per finire al tramonto
così
non cambia nel cielo
il
gioco del rosso
ed
è per questo che a volte
non
le riconosco.
Le
notti al contrario
arrivano
bianche come l'avorio
e
mi tengono sveglio
in
qualche sobborgo
sotto
un'immensa luna d'oro.
Le
notti al contrario
qualcuno
le chiama giorno
negando
al mio corpo
il
tuo abbraccio il tuo sogno.
LA
RANA
Urla
e taci urla e taci
mentre
strappo il cielo per mostrarti
quello
dietro
che
è più alto luminoso e bello
quel
cielo sopra il cielo
e
lacerando quello vecchio
ho
lasciato soltanto
qualche
brandello
di
nuvole marce
ho
fatto uno squarcio, una brace
intorno
a uno stagno celeste
solo
che quaggiù c'è una rana arancione
e
la stiamo a guardare
come
se fosse qualcosa di speciale.
APNEA
Scavare l'aria
la corteccia opaca
centenaria
un tronco di vento
nero e vecchio
bruciare l'aria
cercando tra la cenere
che si posa tra la gente
un soffio di labbra
abbattere l'aria
e nella terra
le urla
nella terra
le voci
una foresta
sepolta
trafiggere l'aria
soffocandoti
dove appaio per sbaglio
tra i passanti sfocati
perché
là sullo sfondo
di mille primi piani
viaggiavo per il mondo
col passo dei fantasmi.
Rivoglio quel mio volto
indefinito
come fumo
che volava inosservato
sulle cose messe a fuoco.
Come si può pensare
che si muore in un istante
in un giorno come questo
dove morire è un gesto lento, lento, lento
e oggi sono morto tanto,
ma non è bastato.
in un giorno come questo
dove morire si ripete, si ripete, si ripete
e oggi sono morto sempre,
ma non è stato sufficiente.
mentre la mia cammina incerta,
inciampa e si arresta.
per provare a farla crescere,
per insegnarle a vivere.
e comandami le rose
con cui ti sei vestita;
insegnandomi il rispetto
mentre bacio le tue dita.
ne ho abbastanza della morte
è con lei che ti ho tradita.
Diventami regina, vita,
è trent'anni che mi ammazzo
ti prego apri il tuo palazzo
che la morte l'ho finita.
le siamo tanto vicini
da non scorgerne i confini.
ma siamo sempre troppo vivi
e allora mi allontano.
tu dormi e fai un sorriso,
sollevi le coperte.
E'
solo il mio respiro –
non è successo niente.
mi tuffo nella notte
le luci sono spente.
a illuminarti il viso
baciandoti le guance.
APNEA
Scavare l'aria
la corteccia opaca
centenaria
un tronco di vento
nero e vecchio
bruciare l'aria
cercando tra la cenere
che si posa tra la gente
un soffio di labbra
abbattere l'aria
e nella terra
le urla
nella terra
le voci
una foresta
sepolta
trafiggere l'aria
soffocandoti
I TURISTI
Vorrei
fare un album
con
le foto degli altridove appaio per sbaglio
tra i passanti sfocati
di mille primi piani
viaggiavo per il mondo
col passo dei fantasmi.
Rivoglio quel mio volto
che volava inosservato
sulle cose messe a fuoco.
EMPIRISMO
Un contadino si stancò
all'improvviso
di vedere sempre le stesse cose
perciò su quello che aveva già visto
disegnò col pennarello una croce.
La fece sul bestiame e nel camino,
una croce sui filari e la sua fronte,
su tutte le case del proprio paese,
sopra le strade, le porte e le rose.
Fu così che in breve tempo si accorse
di avere già sperimentato tutto:
croci sui tronchi e ogni singolo arbusto
fino ai confini del suo piccolo mondo.
Volle viaggiare, ma era ormai vecchio
e allora disse con un filo di voce:
"Per coerenza una cosa vi chiedo:
sulla mia tomba nessuna croce".
di vedere sempre le stesse cose
perciò su quello che aveva già visto
disegnò col pennarello una croce.
La fece sul bestiame e nel camino,
una croce sui filari e la sua fronte,
su tutte le case del proprio paese,
sopra le strade, le porte e le rose.
Fu così che in breve tempo si accorse
di avere già sperimentato tutto:
croci sui tronchi e ogni singolo arbusto
fino ai confini del suo piccolo mondo.
Volle viaggiare, ma era ormai vecchio
e allora disse con un filo di voce:
"Per coerenza una cosa vi chiedo:
sulla mia tomba nessuna croce".
IL POSTO DEI COLORI
Cadere su qualcosa
che non sia un'altra foglia:
è questa che nel ramo
noi chiamiamo la fortuna.
L'autunno è già inoltrato
siamo in poche qui sull'albero
e non vedo nulla intorno
per accogliere il mio volo.
Cadere sull'asfalto,
sopra il pelo di un bel gatto,
tuffarsi dentro una fontana:
sarebbe questa la fortuna.
Ma confondersi con gli altri
sotto gli alberi dei prati,
cadere sulle foglie
è una morte indifferente.
E non tira un po' di vento
che mi porti sopra un tetto,
se ci fosse almeno un vecchio
per cadergli sul cappello!
Mi concedo di sognare
la mia morte, la migliore:
è arrivata con la neve,
sopra il bianco il mio colore.
che non sia un'altra foglia:
è questa che nel ramo
noi chiamiamo la fortuna.
L'autunno è già inoltrato
siamo in poche qui sull'albero
e non vedo nulla intorno
per accogliere il mio volo.
Cadere sull'asfalto,
sopra il pelo di un bel gatto,
tuffarsi dentro una fontana:
sarebbe questa la fortuna.
Ma confondersi con gli altri
sotto gli alberi dei prati,
cadere sulle foglie
è una morte indifferente.
E non tira un po' di vento
che mi porti sopra un tetto,
se ci fosse almeno un vecchio
per cadergli sul cappello!
Mi concedo di sognare
la mia morte, la migliore:
è arrivata con la neve,
sopra il bianco il mio colore.
ECONOMIA
Nel paese dove tutto si
paga in cultura
prendere l'autobus costa un po' di Kundera
qualche parola, un'opinione
su un grande regista o una bella canzone.
"Per favore vorrei un caffè"
"Ah, sì? Cosa ne pensa di Prevert?"
"Sono un po' a corto di questo argomento"
"Se preferisce può pagarmi in De André"
"Accettate il teatro in questo negozio?"
"Mi parli di Beckett, le faccio il pacchetto"
Arriva uno straniero, un rappresentante,
chiede una stanza nell'unico albergo:
"Per una notte si tratta di Dante,
se si ferma il week-end
che ne dice di Monet?"
"Che storie son queste? La pago in contante"
"Non voglio denaro",
lo interrompe il proprietario,
"al massimo le chiedo
due chiacchiere su Cechov".
Lui non lo conosce,
si arrabbia ed esce.
Lì sulla strada c'è un accattone
e allora gli lancia due monetine:
"Cos'è questa roba?
Dimmi di Mozart!"
Lui si spaventa e corre lontano
dove un anziano parla al nipote:
"Ho ritirato la mia pensione
ora so tutto di Sergio Leone".
E un po' più avanti uno spacciatore
che dice a un ragazzo:
"La roba la vendo per Caravaggio".
Così lo straniero torna sul treno
e a casa racconta ciò che è successo
"Ma che carogne!"
esclama la moglie
"non accettare le nostre valute".
"Siamo noi ad essere chiusi"
risponde il marito asciugandosi gli occhi,
"il loro denaro, non lo capisci,
il loro denaro è patrimonio di tutti".
prendere l'autobus costa un po' di Kundera
qualche parola, un'opinione
su un grande regista o una bella canzone.
"Per favore vorrei un caffè"
"Ah, sì? Cosa ne pensa di Prevert?"
"Sono un po' a corto di questo argomento"
"Se preferisce può pagarmi in De André"
"Accettate il teatro in questo negozio?"
"Mi parli di Beckett, le faccio il pacchetto"
Arriva uno straniero, un rappresentante,
chiede una stanza nell'unico albergo:
"Per una notte si tratta di Dante,
se si ferma il week-end
che ne dice di Monet?"
"Che storie son queste? La pago in contante"
"Non voglio denaro",
lo interrompe il proprietario,
"al massimo le chiedo
due chiacchiere su Cechov".
Lui non lo conosce,
si arrabbia ed esce.
Lì sulla strada c'è un accattone
e allora gli lancia due monetine:
"Cos'è questa roba?
Dimmi di Mozart!"
Lui si spaventa e corre lontano
dove un anziano parla al nipote:
"Ho ritirato la mia pensione
ora so tutto di Sergio Leone".
E un po' più avanti uno spacciatore
che dice a un ragazzo:
"La roba la vendo per Caravaggio".
Così lo straniero torna sul treno
e a casa racconta ciò che è successo
"Ma che carogne!"
esclama la moglie
"non accettare le nostre valute".
"Siamo noi ad essere chiusi"
risponde il marito asciugandosi gli occhi,
"il loro denaro, non lo capisci,
il loro denaro è patrimonio di tutti".
LENTO LENTO LENTO
che si muore in un istante
in un giorno come questo
dove morire è un gesto lento, lento, lento
e oggi sono morto tanto,
ma non è bastato.
Come si può pensare
che la morte ti
sorprendein un giorno come questo
dove morire si ripete, si ripete, si ripete
e oggi sono morto sempre,
ma non è stato sufficiente.
Com'è veloce la morte
dietro tutta l'altra
gente,mentre la mia cammina incerta,
inciampa e si arresta.
E allora la vado a
prendere
e me la metto sulle
spalleper provare a farla crescere,
per insegnarle a vivere.
REGINA
Diventami regina, vita
e comandami l'amoree comandami le rose
con cui ti sei vestita;
diventami regina, vita
e mostrami lo scettroinsegnandomi il rispetto
mentre bacio le tue dita.
Diventami regina, vita
voglio stare alla tua
corte,ne ho abbastanza della morte
è con lei che ti ho tradita.
è trent'anni che mi ammazzo
ti prego apri il tuo palazzo
che la morte l'ho finita.
PUNTO DI FUGA
La
vita è come un quadro
e
fino a quando la viviamole siamo tanto vicini
da non scorgerne i confini.
Così
non la capiamo
le
premiamo contro il naso,ma siamo sempre troppo vivi
e allora mi allontano.
NON E' SUCCESSO
NIENTE
Mi
sveglio e mi avvicino
baciandoti
la pelletu dormi e fai un sorriso,
sollevi le coperte.
non è successo niente.
Ti
guardo lì nel letto
e
intanto dormi sempre,mi tuffo nella notte
le luci sono spente.
E'
solo la mia morte –
non
è successo niente.
Ti
giri sul cuscino,
c'è
un brivido di lucea illuminarti il viso
baciandoti le guance.
Il
sole del mattino –
non
è successo niente.
L'ALTRO ME STESSO
La prima volta
che ho visto l’altro me stesso
era dentro lo specchio
e mi sembrava brutto,
ma non avevo paura
perché se tornavo indietro
lui si dava alla fuga.
La seconda volta
che ho visto l’altro me stesso
era dentro un registro
e mi sembrava stupido,
ma non avevo paura
perché mentre crescevo
lui rimaneva a scuola.
La terza volta
che ho visto l’altro me stesso
era dentro una busta
e mi sembrava povero,
ma non avevo paura
perché nei sogni che avevo in testa
non arrivava la posta.
Questa volta
ho visto l’altro me stesso
dentro uno schermo
ed è talmente perfetto
da farmi paura
perché so già che gli andrò appresso
fin dentro alla bara.
che ho visto l’altro me stesso
era dentro lo specchio
e mi sembrava brutto,
ma non avevo paura
perché se tornavo indietro
lui si dava alla fuga.
La seconda volta
che ho visto l’altro me stesso
era dentro un registro
e mi sembrava stupido,
ma non avevo paura
perché mentre crescevo
lui rimaneva a scuola.
La terza volta
che ho visto l’altro me stesso
era dentro una busta
e mi sembrava povero,
ma non avevo paura
perché nei sogni che avevo in testa
non arrivava la posta.
Questa volta
ho visto l’altro me stesso
dentro uno schermo
ed è talmente perfetto
da farmi paura
perché so già che gli andrò appresso
fin dentro alla bara.
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